I miracoli di Cana

Gli americani non hanno storia, si dice: Hollywood e Disneyworld sono i sussidiari più adottati. Patti Smith, però, ha un curriculum notevole come coscienza critica della cultura USA & getta. Ci si aspetterebbe di meglio, dunque. Invece, ha dedicato una instant song a Qana, massacrata dalle bombe israeliane. Il testo recita Water to wine/ wine to blood/ ahh Qana/ the miracle is love. Anche Patti, come tanti di questi tempi, pensa che la città bombardata sia la stessa del miracolo del vino annacquato.

Ne è così certa? Probabilmente non è andata nemmeno a controllare su Wikipedia perché bisogna stare “sulla notizia”, come si dice nelle redazioni e, evidentemente, anche nelle case discografiche. D’altra parte è un accostamento che hanno fatto in tanti: Qana sembra abbonata ai cicli storici, anche nel 1996 lì vi fu un massacro di civili bombardati da Israele. Ma la Cana dei Vangeli molto probabilmente è altrove. Se ne sa poco, ma dovrebbe trovarsi in Galilea, vicino a Nazaret o a Cafarnao. Qana, in Libano, è più vicina a Tiro, decine di chilometri a nordovest dalla Galilea (tanti? pochi?). In ogni caso, prove storiche decisive non ce ne sono. Ci sono 4 città candidate: Qana in Libano, Kefr’Kenna, Ain Kana e Kenet-el-Jalil, che si trovano tutte nei dintorni di Nazaret. Per secoli, si è dato per scontato che l’antica Cana sia nell’attuale Kefr’Kenna, e le altre ipotesi sono sempre sembrate improbabili. Nel 1994, però, il presidente del parlamento libanese Berri, sciita, ha rinverdito una credenza diffusa solo tra alcuni cristiani libanesi, secondo cui il miracolo dell’acqua e del vino si sia verificato in Libano, pur di trasformare la cittadina in un luogo di pellegrinaggio e di turismo. Un formidabile inciucio storico. La lezione di Las Vegas, con il Caesar’s Palace e i centurioni in mezzo al deserto, è stata appresa anche nel Libano tra una guerra civile e un conflitto militare: e ci si lamenta del fanatismo religioso di quelle genti, le si vorrebbe spingere a più laici obiettivi.

Storia falsa e stranota, questa del fanatismo: chi ha visitato S. Giovanni Rotondo, il feudo di Padre Pio costruito con il furto delle misere eredità dei contadini della zona, sa che i luoghi sacri spuntano come Ie filiali di IKEA, soprattutto da quando non pagano l’ICI, come in Italia. Persino i taleban si ubriacano. Ma d’altra parte, perché formalizzarsi tanto se negli USA si presta poca attenzione a quisquilie religiose? Gesù, oltre al carisma del leader indipendentista, aveva sviluppato notevoli abilità di prestidigitazione, e i Vangeli raccontano le avventure di un mago capellone, nell’immaginario popolare. San Tommaso è quello che vuole sapere il trucco: c’è sempre un bambino curioso e sfrontato, quando il mago si lascia avvicinare nelle feste di paese. Insomma: se Tony Binarelli era al Casino di Venezia o in una balera di Riccione, quando il coniglio uscì dal cilindro, che c’importa? E allora, Qana o Cana o Kenna è poi così importante?

Misticismo e mistificazione si accompagnano in tante culture religiose, anzi si alimentano a vicenda. Il Vaticano è S. Francesco, ma anche lo IOR, Milingo, Padre Pio, San Gennaro e le madonne che piangono a pile. Non ci sono “barbari” e “ortodossi”, nemmeno nelle fedi più austere: si reggono il gioco. Il lato B della vicenda è che all’Avana l’unico antagonista di Fidel, quanto a credito popolare, è Giovanni Paolo II. Benedetto Croce scrisse che “non possiamo non dirci cristiani”. Forse la frase continuava: “… oltre che bottegai”. Più diventiamo materialisti, attaccati al soldo e all’uomo più che al cielo, e più rivalutiamo il teo-business. Un’altra coscienza critica di professione, Guenther Grass, ha detto che non solo fece parte delle SS, ma (rullo di tamburi di latta…) vi conobbe il Papa. Cioè, c’era uno che si chiamava Joseph e citava Sant’Agostino. Be’ magari non era proprio il Papa, ma insomma poteva essere lui, si è corretto Grass. Una trovata sorprendente, per vendere l’autobiografia di un premio Nobel ateo comunista e antinazista. La classe operaia va in paradiso: pare che i migliori corsi di marketing li facciano lassù.

2 comments so far

  1. Bradypous on

    La storia del Grass nazista non la sapevo, ringrazio.

    Dopo giorni dalla lettura di questo tuo articolo, mi è venuta la voglia di sottolineartelo: Patti Smith nel suo sito scrive che “Qana is considered by some as the location of the first miracle of Christ. Turning water into wine”, “Cana è considerata da alcuni come il luogo del primo miracolo del Cristo. Trasformare l’acqua in vino”.
    Dunque lei semplicemente dà adito ad alcuni, “some”, anche perché artisticamente si dimostra un’idea efficace. Ok, si potrebbe criticare la scelta, però mi premeva precisare che lei non dà sicurezze sulla questione, anzi 😉

  2. orcocane on

    Non avevo visto il dubbio sul suo sito. Cmq l’idea e’ efficace, ma denota un po’ di superficialita’. Come se volesse sfruttare un calcio di rigore.


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